Lumache in acquario: ma sono veramente così dannose?
Introduzione
Snailpur, Limnacid, Lumacid, sono solo alcuni dei prodotti che le ditte del settore propongono per combattere uno dei tanti “problemi” che affliggono gli acquari: le fameliche lumache.
Da sempre, parlando di lumache in acquario, si è additato contro questi piccoli invertebrati, considerandoli ospiti indesiderati nelle nostre vasche. Si sono spesi fiumi di parole giustificandone la loro pericolosità, soprattutto nei confronti delle piante acquatiche che sarebbero le più penalizzate dalla loro presenza. Questo in parte è vero! Esistono realmente casi in cui la presenza delle lumache in acquario può provocare problemi agli altri ospiti, e non solo vegetali. E’ noto, infatti, che le lumache possono essere dei veicoli di trasmissione di fastidiose parassitosi che colpiscono talvolta i pesci, essendo queste ospiti intermedi nei complessi cicli vitali di vermi intestinali & Co.
Tuttavia la loro presenza, nella maggior parte dei casi, non è in realtà così inopportuna come sembrerebbe. Anzi! In questo lavoro si parlerà di una personalissima esperienza con questi organismi che, ancora oggi popolano uno dei miei acquari contribuendo non poco all’equilibrio dell’intero sistema acquatico.
Planorbis planorbis
L’acquario e la comunità
La vasca in questione ha dimensioni di 60 x 35 x 45 cm con un volume di circa 70 litri netti. In realtà è una delle due vasche di uguali dimensioni ricavate da un unico acquario lungo nel complesso 120 cm e diviso in due da un cristallo mediano isolante perfettamente i due ambienti. L’altra vasca, utilizzata come vasca da riproduzione è, al contrario della prima, priva di arredamento.
La vasca arredata è costituita da un filtro biologico incorporato a 3 scomparti in cui sono alloggiati: spugna sintetica, ovatta sintetica, cannolicchi di ceramica e, saltuariamente, carbone attivo.
Mancano aeratore e termostato dato che, per quest’ultimo caso, la temperatura che oscilla intorno ai 26-27°C viene mantenuta tale dalla dispersione di calore attraverso il cristallo di separazione con l’altra vasca. In questa, infatti, è presente un termostato da 100 W che mantiene una temperatura costante dell’acqua di 30°C, ideale per la riproduzione dei Discus.
L’illuminazione consiste solo in un neon da 30 W fitostimolante che illumina entrambe le vasche; mediante un timer, la lampada rimane accesa per 6 o al massimo 7 ore al giorno a seconda della stagione. L’acquario è, d’altro canto esposto alla luce esterna, essendo posizionato davanti un’ampia finestra orientata a NE. In nessuna ora del giorno giungono pertanto raggi diretti del sole, ma soltanto luce diffusa. L’arredamento interno consiste di uno strato di 6 cm di ghiaietto naturale e argilla di medie dimensioni e di un piccolo legno per acquari.
Una vegetazione asiatica ed una comunità mista
La vegetazione è oggi rappresentata quasi unicamente da svariate piante di Cryptocoryne (3 specie) che a partire da 3 esemplari, hanno ricoperto, in poco meno di due anni, quasi interamente il fondo. Ultimamente è stata anche introdotto un cespuglio di Vesicularia dubyana (muschio di Giava) che cresce ottimamente e richiede spesso interventi di potatura.
Nella vasca, nel corso del tempo si sono alternati diverse specie di pesci: giovani Pterophyllum scalare (var. selvatica pinne a velo), Ancistrus dolichopterus spesso riprodottisi, vari esemplari del genere Corydoras (melini, panda, arcuatus), guppy, Badis badis, ecc. La particolarità di questo piccolo sistema biologico è la presenza, inizialmente non voluta, di una cospicua popolazione di lumache acquatiche, appartenenti almeno a due specie diverse (Planorbis sp. e Melanoides sp.), che ormai si contano a centinaia (!) e che, a mio avviso, sono la vera colonna portante di questo florido ecosistema acquatico controllato. Introdotte casualmente sotto forma di uova o larve con l’immissione delle piante, questi piccoli ospiti, inizialmente poche unità, si sono ben presto riprodotte a dismisura divenendo di fatto i veri protagonisti dell’acquario. Col tempo, una delle due specie (Melanoides sp.) ha preso il sopravvento sull’altra, diventando quella numericamente più abbondante. Ciò che più sconvolge chiunque venga a visitare i miei acquari è la rigogliosità delle Cryptocoryne. Tutti ritengono che io usi una sorta di pozione magica per far crescere le piante in maniera ottimale ma posso garantire che non viene utilizzato alcun prodotto concimante né tantomeno alcun impianto di CO2 o simili. Sono effettuati cambi parziali di acqua (20% circa) ogni 20 giorni e rabboccando, di tanto in tanto, l’acqua evaporata con acqua totalmente demineralizzata.
Da quando si è stabilita questa situazione di equilibrio non vi sono più problemi di alghe. Pur essendo la vasca esposta direttamente alla luce proveniente dall’ampia finestra frontale, i cristalli non hanno alcun problema di ricoprimento. Più volte, nell’arco della giornata, sono visibili decine di piccole lumache muoversi lentamente sul vetro, brucando le piccole incrostazioni algali che tendono ad insediarsi. Le piccole radule (apparato raschiatore della bocca dei gasteropodi) sono in continua attività asportando tutto ciò che passa a loro portata. Contemporaneamente, tante altre lumache si muovono nel ghiaietto determinandone un continuo rimescolamento degli strati superficiali. Ritengo che questa continua attività favorisca l’ossigenazione del ghiaietto e dunque delle radici delle piante che, in definitiva, traggono beneficio dalla loro presenza. Infine, cosa di non poco conto, le foglie delle piante sono totalmente ignorate dai gasteropodi che, anzi, le ripuliscono delle alghe che tentano di stabilirsi su di esse. Solo le foglie morte vengono rapidamente eliminate dalle fameliche bocche delle lumache.
Non effettuo pertanto alcuna potatura e ciò che non sopravvive, viene distrutto in brevissimo tempo, complici anche i batteri aerobi insediati stabilmente, oltre che nel filtro, anche nel ghiaietto. Da tempo, inoltre, non uso più alcuna calamita o strumento simile per pulire i cristalli da alghe.
In questo scenario a dir poco paradossale, sono convinto che questo sia certamente uno tra gli acquari biologicamente meglio riusciti che abbia mai avuto.
Un’esperienza singolare ma del tutto naturale
Con questo mio racconto non voglio assolutamente indurre alcun lettore a ripetere una simile esperienza. In molti casi, è noto, le lumache arrecano effettivamente danni alle piante. Questo, però, avviene in concomitanza con situazioni di stress in cui la comunità intera si ritrova. Sovraffollamenti, malattie, impianti di filtrazione inadeguati, scarsa cura della vasca, alghe, ecc., possono fare da corollario all’azione apparentemente “devastante” delle lumache che, ovviamente, trovandosi di fronte a piante stressate dalle condizioni generali, prendono il sopravvento sugli altri organismi, principalmente vegetali. Se al contrario, con semplici accorgimenti si è in grado di far funzionare il piccolo ecosistema acquatico nel migliore dei modi, allora anche le lumache diverranno meno temibili e saranno felici di contribuire alla “manutenzione” dell’acquario, integrate perfettamente in un contesto naturale ben equilibrato.
Autore: Francesco Denitto