Clea helena, la lumaca assassina

Clea helena, la lumaca assassina

Di: Francesco Denitto

Premessa
L’argomento delle lumache in acquario è stato più volte affrontato sul nostro sito. Personalmente ho scritto in passato un articolo sull’esperienza, peraltro positiva, di avere in vasca questi piccoli gasteropodi acquatici. Mi riferisco principalmente alle specie appartenenti ai generi Planorbis e Melanoides, le più comuni lumachine che ogni buon acquariofilo che si rispetti ha posseduto, il più delle volte senza volerlo, almeno una volta nella sua vita. Tuttavia può accadere sovente che questi animaletti, introdotti accidentalmente con piante ed altri ornamenti provenienti da altre vasche, prendano rapidamente il sopravvento, deponendo massarelle gelatinose piene di uova su qualsiasi superficie, moltiplicandosi a dismisura in brevissimo tempo. A questo punto subentra il panico! Cosa fare? Come eliminarle? Ci sono varie soluzioni che elenchiamo brevemente:

  1. Rimuoverle manualmente una ad una: è un lavoro lungo, che richiede pazienza (in genere gli acquariofili sono pazienti per antonomasia) e che spesso non dà i risultati sperati. In genere l’acquariofilo perde contro le lumache per sfinimento!
  2. Utilizzare delle trappole come ad esempio dei contenitori (bicchieri, coppette, ecc.) immersi in acquario in cui vi si ripone un’esca (ad es. un pezzettino di carne, o più semplicemente un pesciolino morto). Se non vi sono altri “spazzini come loricaridi & Co., le fameliche lumachine si getteranno a capofitto sul cadavere, formando delle ammucchiate degne di una pellicola con Rocco Siffredi. A questo punto, il paziente acquariofilo dovrà rimuovere il contenitore con tutto il suo “molluscoso” (lasciatemi passare questo termine inventato) contenuto. Anche in questo caso il problema potrebbe non essere eradicato completamente e ben presto, nuove generazioni di lumache ricominceranno ad infestare l’acquario.
  3. Utilizzare dei prodotti “ammazzalumache”. In genere questi intrugli proposti da tutte le Aziende del settore, hanno buoni effetti. Sono principalmente a base di rame. Tuttavia, come tutti i farmaci, oltre ad avere dei pro hanno anche dei contro, ovvero effetti collaterali. Innanzitutto questi prodotti colpiscono tutti gli invertebrati per cui gli amanti delle Caridine, ad esempio, saranno obbligati a non farne uso, salvo assistere ad una ecatombe dei loro amati gamberetti. Inoltre anche i batteri del filtro biologico vengono interessati dal trattamento con conseguente abbassamento della carica batterica nitrificante e conseguente esplosione di sostanza azotate in soluzione.
  4. Come ultima soluzione vi è un altro semplice rimedio consistente in una più naturale lotta biologica. La salvatrice della Patria, in questo caso, è però un’altra lumaca. Ebbene sì, per risolvere il problema delle lumache bisognerà ricorrere ad un altro gasteropode il cui nome scientifico è Clea helena. Molti la conoscono ancora con il sinonimo Anentome (e non “Anetome”, come spesso si legge erroneamente in sedicenti articoli pubblicati in rete!) helena.

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Foto 1. Clea helena in acquario di comunità.

Un alleato killer in acquario
Gli anglosassoni le hanno affibbiato l’azzeccato e terrificante nome di “lumaca assassina”. Non a torto, questa simpatica lumachina è una vera e spietata killer di lumache, piccole o grandi che siano. Sarà sufficiente introdurre qualche esemplare in vasca per assistere in brevissimo tempo alla sterminazione delle invadenti lumachine. L’una dopo l’altra verranno attaccate, uccise e divorate dalla nostra famelica alleata. A noi non resterà altro che attendere che l’opera, in questo caso una tragedia di tutto rispetto, venga compiuta fino al suo ultimo atto. La carneficina potrà durare anche diversi giorni, o mesi, a seconda della quantità di prede presenti. Inoltre bisognerà attendere anche la comparsa di eventuali nuove generazioni sfuggite in un primo momento al cruento attacco delle Clea perché ancora sotto forma di uova o ai primi stati larvali.

E’ arrivato ora il momento di conoscerla un po’ meglio!

Distribuzione in natura
Clea helena è un gasteropode di acqua dolce della famiglia Buccinidae ed il suo areale di distribuzione comprende corsi d’acqua e laghi del sudest asiatico che attraversano specialmente Paesi quali ad esempio la Tailandia la Malesia e l’Indonesia. La sua presenza è stata segnalata anche nel lago Toba dell’isola di Sumatra.
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Figura 1. Areale di distribuzione (in marrone) di Clea helena nel sudest asiatico.
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Foto 2. Un classico biotopo della Malesia in cui è possibile rinvenire Clea helena.

Caratteristiche morfologiche
Da molti acquariofili ritenute una delle più attraenti lumache d’acquario, Clea helena ha una conchiglia conica a fasce trasversali di colore nero alternate ad altrettante di colore giallo-arancio. In natura può raggiungere una lunghezza di 5 cm ed oltre, mentre in acquario rimane solitamente più piccola, superando raramente i 2,5 cm.
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Foto 3. Una conchiglia di Clea helena adulta.
In questa specie non esiste dimorfismo sessuale.

Allevamento in acquario e riproduzione
Di facile allevamento, Clea helena si presta ad essere allevata in acquari di comunità. Non ha esigenze particolari e d il volume della vasca potrà variare dai 15-20 litri in su. Il fondo dovrà essere costituito da sabbia a granulometria fine o media, sufficientemente soffice da consentire a questi animali di infossarsi durante il giorno. La temperatura dell’acqua può essere compresa tra i 21 ed i 29°C mentre la durezza totale potrà oscillare tra 8 e 15°dGH. Il pH dovrebbe preferibilmente oscillare tra 7.2 ed 8 ma relativi sforamenti in difetto o in eccesso non causano normalmente grossi problemi di sopravvivenza. Queste lumache, a differenza di tante altre non sono ermafrodite per cui gli esemplari potranno essere o maschi o femmine. Essendo una specie a sessi separati, pertanto, al fine di ottenere una riproduzione in acquario, sarà necessario allevare esemplari di ambo i sessi. Solo a seguito di accoppiamento (che dura mediamente 8-12 ore!), la femmina produrrà delle uova, con un tasso di deposizione molto basso; in genere si potrà assistere al rilascio di una o poche uova a cadenza mensile. Le uova vengono deposte una alla volta in un sacco sottile e trasparente, in genere su ornamenti solidi come tronchi e radici. Se fecondate, nel giro di poche settimane si schiudono. Il tempo di sviluppo dell’embrione dipenderà dalla qualità minerale del fondo che rallenterà o accelererà tale processo. Dalla schiusa, ci vorranno però almeno 6 mesi affinché le nuove nate appaiano agli occhi dell’allevatore, emergendo dalla sabbia dove trovano riparo fino ad aver raggiunto nel frattempo una taglia di almeno 8 mm. Da questo momento in poi, inizieranno la loro attività di caccia al pari degli esemplari adulti. La vita media di questa specie è di circa 2 anni.
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Foto 4. Un esemplare infossato nella sabbia dove trascorre gran parte del suo tempo in attesa di qualche preda da cacciare.
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Foto 5. Coppia di C. helena in fase di pre-accoppiamento. In questa specie i sessi sono separati.

Dieta
E’ errato pensare che queste lumache si nutrano esclusivamente di altri gasteropodi. In assenza di essi, questi animali andranno a caccia di vermi e qualsiasi altra sostanza organica possa capitargli a tiro. Come già detto poc’anzi, non disdegnano nemmeno piccoli gamberetti e si avventano tranquillamente sul cibo secco in pellet, granuli e fiocchi, normalmente somministrati ai pesci. Quindi non vi preoccupate, finché ci sarà qualcosa di commestibile, le nostre amiche non moriranno di fame e vi aiuteranno a tenere libero da altri indesiderati ospiti il vostro acquario.

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Foto 6. Le nostre protagoniste si apprestano a rimpinzarsi con un bel pranzo a base di Planorbis.
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Foto 7. L’esemplare in foto ha l’imbarazzo della scelta, tra un’altra lumaca ed una caridina appena catturata.

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Francesco Denitto

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