TUTTO, O QUASI, SULLO SCALARE

 e cenni di sistematica della famiglia, del genere ed esperienze personali

 di Giuseppe Tarantino

 

HOME        ARTICOLI

 

 

Prima di iniziare a parlare dettagliatamente degli scalari, vorrei fornire qualche informazione sulla famiglia a cui questa specie appartiene: i ciclidi!

I CICLIDI

Regno: Animalia

Phylum: Chordata

Sottophylum: Vertebrata

Superclasse: Gnathostomata

Grado: Pisces

Classe: Osteichthyes (Osteitti - pesci ossei)

Sottoclasse: Actinopterygii (Attinopterigi - con pinne raggiate)

Infraclasse: Neopterygii

Divisione: Halecostomi

Sottodivisione: Teleostei

Superordine: Acanthopterygii

Ordine: Perciformes

Sottordine: Labroidei

Famiglia: Cichlidae

 

La parola Cichlidae (in italiano Ciclide) deriva  dal greco kichle che vuol dire “tordo” per la sua somiglianza e lontana parentela con la famiglia marina dei labridi a cui appartengono molte specie volgarmente chiamate “tordi”. La famiglia dei ciclidi appartiene infatti al sottordine dei Labroidei insieme a quella dei Pomacentridae, e nella sua vecchia classificazione era inserita nel gruppo dei Percoidei. Molti ittiologi sono propensi a far risalire l’origine di questa famiglia a circa a 55 milioni di anni fa.

E’ una grande famiglia di pesci d’acqua dolce. Ad essa infatti appartengono 160 generi e circa 1400 specie. Nel mercato acquariofilo circola però solo una piccolissima percentuale di queste specie.

La complessità di questa famiglia è tale che la tassonomia all'interno dei Ciclidi è soggetta a numerosissime interpretazioni e re-interpretazioni e per questo motivo, molto spesso, alcune specie di pesci vengono collocate prima all'interno di un genere e dopo poco tempo spostate in altri. Gli amanti dei ciclidi devono costantemente tenersi informati per non cadere in confusione ed errori di nomenclatura. Sicuramente il gruppo di specie con maggiori problemi di tassonomia è quello africano.

 

DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA DEI CICLIDI

 I ciclidi sono presenti in maggioranza in Africa e distribuiti su un po' tutto il territorio (isole comprese come il Madagascar); poi troviamo molte specie nell'America centrale e meridionale ad eccezione dell'estremo sud (troppo freddo per questa specie tropicale e sub-tropicale); infine troviamo solo 2 generi in Asia (Etroplus e Iranochromis) distribuiti in India e nello Sri Lanka.

 

Sono principalmente pesci d'acqua dolce, ma alcune specie vivono anche in acque salmastre. Si sono adattati nel corso dei millenni a condizioni di vita diversissime, occupando efficacemente quasi tutte le nicchie ecologiche acquatiche.

 

MORFOLOGIA E COMPORTAMENTO

Le differenze fra le specie all'interno della famiglia sono tante: ad esempio, per quanto riguarda le dimensioni  andiamo da piccoli pesci di circa 5 cm definiti per comodità “ciclidi nani” a pesci di grandi dimensioni (superiori ad 1 metro) come alcune specie africane. Anche per quanto riguarda le forme infatti se ne trovano di molto differenti, da quella tondeggiante e appiattita lateralmente dei Discus a quella allungata e a sezione circolare delle Crenicichla. Anche le colorazioni variano notevolmente da specie a specie.

Per quanto riguarda il comportamento ci sono specie solitarie ed altre che vivono in branchi. Ci sono specie che vivono in  laghi tranquilli e altre in fiumi torrentizi. Per quanto riguarda l'alimentazione abbiamo specie carnivore, limnivore, erbivore, mangiatrici di squame e tante altre ancora.

Ci sono poi molte differenze all'interno delle abitudini riproduttive che creano grande interesse da parte degli acquariofili. I ciclidi in base ai loro comportamenti riproduttivi vengono divisi in 3 grandi gruppi, a seconda delle modalità con cui vengono deposte le uova: nel primo gruppo sono racchiusi tutti quei ciclidi che depongono le uova all'aperto, nel secondo gruppo tutti quei ciclidi che depongono in grotte e nascondigli, ed infine c'e' un altro gruppo nel quale vengono racchiusi tutti gli incubatori orali. Quest’ultimo gruppo si divide in due sottogruppi: in uno sono compresi tutti quei ciclidi che incubano le uova e nel secondo quelli che incubano solo le larve gia schiuse. Altre differenze comportamentali all'interno della famiglia le possiamo avere dal comportamento dei genitori; infatti alcune specie formano coppia fissa, in altre i maschi si creano un harem di femmine e in altri ancora i maschi, dopo aver fecondato le uova, si disinteressano e lasciano alla madre il compito di accudirle.

Il dimorfismo sessuale e' diverso da specie a specie ed in alcuni casi è quasi del tutto assente. Una cosa che si può fare per distinguere i due sessi è individuare le differenze morfologiche della papilla genitale.

 

IL GENERE PTEROPHYLLUM

 

Famiglia: Cichlidae

Sottofamiglia: Cichlasomatinae

Genere: Pterophyllum

 

La parola Pterophyllum deriva dal greco pteron che significa pinna e dal greco phyllon che significa foglia.

Il primo a descrivere specie appartenenti a questo genere fu il Dottor H. Lictenstein nel 1823 ma descrisse le specie non come appartenenti al genere Pterophyllum ma al genere Zeus. Dovettero passare 17 anni prima che Heckel nel 1840 cambiò il nome del genere da Zeus (che è invece un genere di pesci marini) a Pterophyllum.

All'interno del genere al momento sono state descritte solo 4 specie: Pterophyllum scalare (Lichtenstein, 1823) , Pterophyllum altum ( Pellegrin 1903), Pterophyllum leopoldi  (Gosse, 1963) e infine Pterophyllum eimeckei.

Sono ovviamente tutte specie del Sud America.

Di seguito descrivo brevemente le tre specie più conosciute e dedicando infine maggiore attenzione agli scalari propriamente detti.

 

 

Pterophyllum leopoldi (Gosse, 1963)

 

Distribuzione geografica

 

Sud America: Bacino del Rio Amazzoni, lungo Rio Solimões all'incirca tra Manacapuru e Santarém; e nel Rio Rupununi, appartenente al bacino di drenaggio del fiume Essequibo in Guyana. 

Vive in fiumi d'acqua dolce tropicale, e' un pesce bentopelagico.

 

Descrizione

E' di piccole dimensioni in a confronto ai suoi cugini, raggiunge circa la lunghezza di 6 cm,  ha 27-29 scaglie lungo la linea laterale e profilo predorsale dritto.

Non e' molto diffuso in commercio.

 

Pterophyllum altum (Pellegrin 1903)

 

Altum

 

Questa e' stata la seconda specie ad essere descritta all'interno del genere ed anche la più grande. E' entrata da poco tempo nel mercato (negli anni passati era solo per pochi intimi) e già da subito ha riscosso grande successo.

 

Distribuzione geografica

Sud America:  Rio Orinoco e Rio Negro Superiore

 

Descrizione

E' compresso lateralmente, la colorazione ha base  grigio argento con  7 fasce verticali nere o marroni.

Ha 46-48 scaglie lungo la linea laterale e profilo precorsale a sella .

E la specie piu' grande all'interno del genere.

 

 

Pterophyllum scalare (Lichtenstein, 1823)

 

Questa e' la prima specie del genere Pterophyllum ad essere stata classificata ed e' stata anche la prima ad aver conquistato il mercato, infatti fu importata in ambito acquariofilo per la prima volta nel 1909 da Siggelkow.

Ed e' stata anche la specie che ha subito più selezioni dalle quali sono uscite numerosissime varietà fra cui alcune molto belle; anche per quanto riguarda le pinne sono state modificate in diversi tipi che elenco di seguito:

1)      Forma selvatica

2)      Forma velo ibrido ( incrocio fra la forma selvatica e la forma con pinne a velo)

3)      Forma pinne a velo puro

4)      Forma pinna a pettine

5)      Forma pinna lunga

6)   Forma con pinna super pettine

Le diverse forme di code esistenti

 

Scalari pinne a velo

 

Questa specie ha vari sinonimi ormai in disuso o ancora oggetto di discussioni tassonomiche: Platax scalaris, Zeus scalaris, Pterophyllum eimekei e Pterophyllum dumerilii (questi 2 ultimi sinonimi si pensa non essere scalari ma qualche sottospecie o specie non ancora ben classificata).

In lingua anglosassone è noto come Angelfish  (pesce angelo) e pesce vela.

 

Distribuzione geografica

Sud America: Bacino del Rio delle Amazzoni, nei fiumi del Perù, della Colombia e del Brasile, lungo i fiumi Rio Ucayali, Rio Solimões e Rio delle Amazzoni; nel Rio Amapá in Brasile, nel Rio Oyapock nella Guyana francese; nel Rio Essequibo in Guyana

E un pesce bentopelagico vive in acqua dolce tropicale con ph 6,0 – 8,0 , dh 5,0 – 13,0 , vive bene a temperature comprese tra 24 e 30° C.

In natura abitano paludi o ambienti sommersi in cui la vegetazione è molto fitta e l'acqua è chiara o limacciosa. Il loro colore è più marcato nelle acque limpide.

 

Descrizione

Dimensioni:  circa 10 cm di lunghezza.

Il corpo e' compresso e discoidale,  i raggi dorsali ed anali sono coperti da spine che ne aumentano la lunghezza tra la parte anteriore e quella posteriore della pinna; inoltre il primo raggio ha ramificazioni molto lunghe. L'altezza del corpo al livello della pinna anale è 1.07 - 1.29 volte la lunghezza del corpo, il colore è argenteo con barre verticali scure (7 negli esemplari giovanili, 4 negli adulti), e questa e' la tipica colorazione chiamata zebra che e' quella presente in natura.

 Le pinne dorsale e anale sono molto allungate, ha pinne pelviche filamentose.

Lo scalare ha 30-39 scaglie lungo la linea laterale.

 

Per quanto riguarda l'alimentazione in natura e' onnivoro , in acquario ama variare spesso alimentazione specialmente se il cibo e' vivo.

Il dimorfismo sessuale non e' molto evidente specialmente se gli esemplari sono giovani, ma se si ha pazienza si può riuscire a capire il sesso osservando gli esemplari e distinguere le piccole differenze morfologiche; ad esempio in maschi adulti compare una gibbosità sulla testa, ma la cosa che ci dà la certezza e' quando depongono perchè basta osservare chi depone e chi feconda (banale ma sicuro).

Io personalmente ho imparato a distinguerli anche quando non sono in fase riproduttiva dalla grandezza della papilla genitale che nella femmina e' più grande.

 

Branco di piccoli scalari

 

Riproduzione

Gli scalari, come altre specie nella loro famiglia, formano coppia fissa fin dalla maturazione sessuale. In natura vivono in branco ma quando e' il periodo della riproduzione le diverse coppie si isolano dal branco e depongono su foglie di Echinodorus o altri substrati. La femmina depone le uova (qualche centinaia) e successivamente passa sopra il maschio per fecondarle. La schiusa avviene dopo circa 3 giorni e in questo periodo i genitori ventilano le uova e tolgono man mano quelle bianche non fecondate; il maschio protegge il territorio mentre la femmina cura le uova e viceversa. Quando le piccole larve stanno per nascere la femmina le aiuta a schiudersi e le incolla a grappoli sotto le foglie delle piante, questo e' possibile perchè le larve hanno sulla testa una ghiandola che secerne del muco adesivo.

Le larve hanno il sacco vitellino per circa 5 giorni e non sono in grado di nuotare; passato questo periodo i piccoli iniziano a nuotare e a nutrirsi di piccoli invertebrati sotto l'attento controllo dei genitori.

La maturazione sessuale degli scalari arriva dopo circa 7 mesi e fino a questa età vivono sempre in branco.

 

 

LE MIE EPSERIENZE CON GLI SCALARI

 

Circa 1 anno fa decisi di comprare degli scalari pinne a velo di piccola dimensione per farli crescere insieme nella speranza della formazione di una coppia. Come si sa, quando sono piccoli e' impossibile riconoscerne il sesso ma con un mio intuito acquariofilo scelsi 2 esemplari pinne a velo ma di diversa varietà. Il sesto senso mi diceva che erano di sesso differente e così li misi nell'acquario di casa in modo da farli crescere tranquilli. Nel frattempo comprai una coppia di scalari adulti per tentarne la riproduzione, ma non ottenni mai grandi risultati perchè la coppia non era ben affiatata e i litigi erano frequenti.

Passato un anno dall'acquisto dei 2 piccoli decisi che era ora di portarli in allevamento e dedicarmi alla loro riproduzione. Fino ad allora avevo gia avuto molte esperienze con altri ciclidi come Mikrogeophagus ramirezi, Pelvicachromis pulcher ecc, quindi sapevo come muovermi.

 

La mia coppia , in primo piano la femmina dietro il maschio mentre cura le uova

 

Inserii la coppia in una vasca di circa 50 litri  con un filtro ad aria , alcune Cryptocoryne ed un riscaldatore.  Riempii la vasca con normalissima acqua di rubinetto e impostai la temperatura a 27° C . Quindi, inserii la coppia e coprii la vasca con carta di giornali in modo da farli sentire tranquilli dato che, come si sa, specialmente alla prima riproduzione sono pesci molto diffidenti. Nella vasca inserii un foglio di plastica verde lungo circa 30 cm poggiata su una parete; ho scelto il colore verde sapendo che in natura preferiscono deporre su grosse foglie di piante. Con l'occasione volli fare un esperimento, visto che più volte avevo letto che molti allevatori usano un vaso di terracotta o altri oggetti di altro colore oltre al verde, la mia domanda fu: quale colore preferiscono? Quindi affiancai alla striscia verde una piastrella marrone e un pezzo di plastica nera.

Messi i pesci e chiusa la vasca, aspettai per cinque giorni alimentandoli per 2 volte al giorno con Tetra Prima Discus. Al 5° giorno tolsi i fogli di giornale e guardai la situazione, la femmina aveva una pancia enorme!  Cosi decisi di stimolarli ulteriormente e inserii 2 femmine di Betta e 2 gambusie. Come mi aspettavo, la coppia si scagliò contro i nuovi inquilini terrorizzandoli. Avevo capito che il maschio “non stava dormendo” ma che essendo la loro prima volta ci voleva del tempo. Dopo qualche ora tolsi i nuovi inquilini, feci un bel cambio d'acqua e il giorno dopo precisamente alle 17:30 iniziò lo spettacolo! Sapevo che  come un po' tutti i ciclidi anche gli scalari depongono nel tardo pomeriggio. Al contrario i betta ad esempio depongono sempre a mezzogiorno e pesci come ciprinidi o caracidi la mattina presto.  In 20 anni di esperienze ho potuto vedere che ogni pesce possiede un orologio biologico interno che ne regola la riproduzione ed il quale in molti casi dipende dai posti dove vive in natura e dal tempo di sviluppo delle uova.

 

Qui la coppia sta deponendo, si vede bene il maschio che sta fecondando le uova e sotto la femmina che sta deponendo

 

Data l'inesperienza della loro prima volta, molte uova non riuscivano ad attaccarsi correttamente al substrato e cadevano sul fondo. Temendo che come molti altri ciclidi, soprattutto le prime volte, mangiassero di notte le uova, decisi di lasciare una luce notturna sull’acquario.

L'indomani mattina andai a guardare come andavano le cose e mi accorsi che la coppia era tranquilla con le loro uova e passavano sopra muovendogli l'acqua con le pinne. Si vedeva gia qualche  uovo bianco non fecondato.

 

Qui la coppia sta per finire la deposizione

 

Ricordate che li stavo riproducendo a 27 °C, quindi mi aspettavo una maturazione degli embrioni entro 2 giorni e mezzo, per questo come al solito, ad ogni riproduzione prelevo un uovo e lo faccio maturare sotto il microscopio cosi da seguirne lo sviluppo .

La sera avvenne il momento più brutto. Iniziarono lentamente a mangiarsele! Prelevai un altro uovo e mi accorsi che lo sviluppo era quasi ultimato., Vedevo l'embrione formato al margine del guscio, e ne distinguevo molti organi interni già formati come il cuore pulsante. Praticamente mancavano meno di 24 ore alla schiusa.

Purtroppo l’indomani mattina tutte le uova erano sparite.

Cosi cambiai l'acqua, pulii la vasca e alzai la temperatura da 27°C a 30°C e iniziai un nuovo esperimento. Volevo capire se c’era un momento particolare dello sviluppo dell'embrione in cui i genitori erano propensi a mangiarsi le uova. Dopo altri 4 giorni la coppia depose di nuovo e come la prima volta non li allontanai dalla covata.

A 30°C, dopo un giorno circa, iniziarono a mangiarsi le uova, molto prima che nella prima deposizione. Questo perché con l'aumento della temperatura aumenta anche la velocità dello sviluppo dell'embrione. Presi un uovo e in effetti mi accorsi che questo era allo stesso stadio di quando iniziarono a mangiarsi le uova la prima volta con temperatura più bassa. Da qui capii che iniziano a divorare le uova quando l’embrione inizia a muoversi nell’uovo perchè è quasi del tutto formato. Le cause per cui mangiavano le uova penso di averle capite: un po' era l'inesperienza delle prime volte.

Dopo aver fatto una serie di esperimenti anche su altre fasi della loro riproduzione trasferii la coppia in un’altra vasca  e lì mi iniziarono a deporre ogni 3-4 giorni.

 

Ed ora un po’ di sequenze fotografiche:

 

Sulla striscia verde si vedono le uova (grigie)

 

Larva appena nata (foto scattata al microscopio), si vede benissimo il grande sacco vitellino arancione

 

Le larve ad una temperatura di 30°C a cui io allevo i pesci, si schiudono dopo 2 giorni; rimangono attaccate agli oggetti della vasca mediante una mucosa adesiva che hanno sulla testa e restano cosi girando su se stesse per circa 4 giorni che è il tempo necessario per assorbire il sacco vitellino. Dopodichè iniziano a nuotare ed andare in giro per la vasca cercando sempre cibo.

 

La nuvola di larve che hanno iniziato a nuotare

 

Li alimento variando mangime vivo come rotiferi e naupli di artemia , ma somministro anche mangime in granuli sciolto in acqua o pastoncini fatti da me. Vario in questo moto la loro alimentazione e c'e' da dire che il loro sviluppo e' veloce, infatti dopo circa un mese abbiamo dei piccoli scalari completamente formati.

In conclusione tengo a precisare che la coppia mi depone ogni 3 giorni ma che ogni 2 settimane gli regalo “una vacanza premio” nell'acquario di casa per non stressarli troppo.

Mi interessa fare esperimenti prima di riprodurre ogni specie oltre che per mia curiosità anche perchè sono uno studente universitario in biologia.

 

Ci tengo a precisare che per la parte introduttiva di questo articolo mi e' stato molto utile un buonissimo articolo scritto dal Dottor Francesco Denitto dal titolo: Una scommessa aperta: riprodurre Pterophyllum altum,  pubblicato sul numero 10 del 2002 della rivista AQUARIUM (Primaris), e consiglio a chi può di leggerlo.

 

Articolo di : Tarantino Giuseppe

Per qualsiasi domanda: giuswa76@libero.it